Diagnosi precoce improbabile e alta aggressività: il cancro del pancreas

giovedì, 15 Apr 2021

Il cancro del pancreas è, ad oggi, uno dei tumori solidi con il più alto grado di letalità. Questo sgradevole primato è essenzialmente dovuto alla combinazione di due fattori: da un lato, la quasi impossibilità di fare diagnosi precoce; dall’altro, l’intrinseca aggressività biologica delle cellule tumorali pancreatiche che, spesso, mostrano elevata capacità metastatica già nelle fasi precoci della malattia.

Il risultato di questa combinazione è che, nell’80% dei casi, il cancro al pancreas viene diagnosticato quando la malattia è già localmente avanzata e, talvolta, ha già dato origine a metastasi a distanza, prevalentemente nel fegato, nel polmone e nell’addome.

Inoltre, le terapie oncologiche sono ancora largamente insoddisfacenti, sebbene la recente introduzione di una combinazione di chemioterapici – identificati con l’acronimo FOLFIRINOX – abbia prodotto risultati incoraggianti. Questa terapia, somministrata sia in neoadiuvante (prima dell’intervento chirurgico) sia in adiuvante (dopo l’intervento chirurgico), ha infatti aumentato la sopravvivenza a cinque anni di pazienti con metastasi a distanza.

Anche la terapia chirurgica ha fatto progressi significativi, avvantaggiandosi di tecniche di ricostruzione vascolare che oggi consentono la resezione chirurgica di tumori localmente avanzati che fino a dieci o quindici anni fa non sarebbero stati resecabili.

Al momento attuale, la ricerca scientifica è orientata in due direzioni prevalenti: lo sviluppo di test per la diagnosi precoce e lo studio di nuove terapie basate su farmaci molecolari e immunoterapici. Tra queste ultime, vale la pena annoverare la possibilità di trattare determinati pazienti con molecole inibitori di PARP. Se dall’analisi genetica del tumore, infatti, si trovano alterazioni di geni specifici per la riparazione del DNA (ad esempio BRCA1/2, come per i tumori di mammella, ovario e prostata) ci sono alte possibilità che il paziente possa rispondere a questi farmaci. Molto più rare sono, ad esempio, le fusioni di un gene chiamato NRG1, le quali sembrerebbero molto sensibili ad inibitori di recettori tirosina kinasi.

Per quanto riguarda l’immunoterapia, nel cancro al pancreas siamo invece ancora agli albori. Difficoltà intrinseche, come per esempio la tipica struttura molto “connettivale” (simil-cicatriziale) di questo tumore, unite alla scarsa presenza di cellule immunitarie, rendono questo approccio terapeutico particolarmente difficile nella specifica patologia.

La realtà diagnostica e terapeutica sin qui brevemente descritta evidenzia, in sintesi, come il trattamento del cancro al pancreas necessiti di un approccio eterogeneo che contempla terapia farmacologica, chirurgica ed eventualmente sperimentale (acceso a trial clinici). Risulta dunque fondamentale, per i pazienti, rivolgersi il prima possibile a centri medici e di ricerca altamente specializzati.

Conoscere le alterazioni molecolari del tumore permette di utilizzare terapie mirate che colpiscono con precisione le cellule tumorali. Perché sia possibile, servono diagnostiche molecolari come l’analisi genetica e l’analisi proteomica. Medendi offre diagnostiche avanzate e innovative per prevenire, conoscere e combattere il cancro. Scopri i nostri servizi: la valutazione preliminare è sempre gratuita.

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