Premessa
Sequenziare il DNA tumorale è un’opzione diagnostica che si sta sempre più affermando come prassi integrativa (non sostitutiva) di altri metodi diagnostici più noti al largo pubblico, a tutto vantaggio dei pazienti. Conoscere a fondo le caratteristiche genetiche del tumore può infatti consentire di identificare strategie terapeutiche mirate in sostituzione o in affiancamento alla risposta terapeutica standard per lo specifico tumore.
Poiché il tema è vasto, complesso, e di interesse fondamentale per i pazienti, pensiamo che chiarire, con un registro semplice e accessibile, le basi dell’approccio genetico alla malattia oncologica, possa essere d’aiuto nel comprendere per intero l’orizzonte diagnostico e terapeutico disponibile. Per farlo, in questa serie di quattro articoli vogliamo introdurre i temi che compongono il quadro generale, da cosa sia il tumore fino al sequenziamento del DNA tumorale, in cosa consista e quali prospettive possa aprire per i pazienti. In questo primo articolo, indagheremo cosa siano i tumori e quali ne siano le cause.
Cos’è il tumore?
Innanzitutto, semplificando (ma nemmeno troppo) il tumore consiste nella proliferazione incontrollata di cellule del nostro corpo. Il tumore può essere benigno o maligno; se è maligno, assume il nome di cancro. La differenza fondamentale (sebbene non l’unica) tra i due è che il tumore benigno non dà metastasi mentre il tumore maligno (o cancro) può evadere dal sito originale e creare metastasi altrove.
Generalizzando, se un tumore benigno viene completamente rimosso, nella maggior parte dei casi non si presenterà più. Se un cancro viene completamente rimosso, permane il rischio che si riformi localmente e/o in altre zone dell’organismo: in quest’ultimo caso, parliamo di metastasi. La metastasi è infatti un cancro che si forma lontano dal suo sito originario, cosa evidente all’analisi istologica: ad esempio, la metastasi al fegato di un cancro (primario) al polmone è composta da cellule di polmone del cancro originario che si sono installate e proliferano nel fegato.
Poiché un tumore benigno non crea metastasi, la relativa prognosi è fortemente correlata all’operabilità: ad esempio, alcuni tumori benigni al cervello potrebbero avere prognosi sfavorevole perché difficilmente accessibili, difficilmente circoscrivibili, o per nulla operabili. Nel caso di un cancro, a tutto ciò si aggiunge un fattore significativo nel definire la “pericolosità” della malattia: la capacità del cancro di dare origine a metastasi. Che ciò accada o meno dipende da numerose variabili come la tipologia stessa di cancro, lo stadio al quale viene diagnosticato e le alterazioni genetiche che eventualmente lo caratterizzano.
Che si tratti di tumore benigno o di cancro, vi è un elemento che accomuna entrambe le patologie, un elemento evidente per gli “addetti ai lavori” ma spesso ignorato dal pubblico comune: ogni tumore è una patologia genetica. Se questa “natura” del tumore è irrilevante ad esempio per i tumori benigni, per i quali la prognosi non dipende dalla caratterizzazione genetica, questa è però consigliata in molti casi di cancro (tumore maligno) perché può essere un validissimo supporto nell’individuare strategie terapeutiche mirate ed efficaci.
Perché si sviluppano i tumori?
La causa diretta di ogni tumore è ascrivibile ad alterazioni genetiche: nel dividersi, la cellula commette errori nella replicazione del proprio materiale genetico alla “figlia”. Normalmente questi errori vengono riconosciuti e risolti, ma a volte sfuggono ai nostri meccanismi di controllo e riparazione e rimangono come tali. La nuova cellula che accumula queste alterazioni genetiche non funziona come dovrebbe e, in base al tipo e al numero di alterazioni che ha subito, può diventare incontrollabile, proliferare in misura eccessiva, migrare verso altri organi (vedremo tutto ciò più avanti, nel secondo articolo di questa serie). Se questa è la causa diretta del tumore, sorge spontanea un’altra domanda: qual è “la causa della causa”? Qual è la causa delle alterazioni genetiche che sono causa del tumore? La risposta è che non ce n’è una sola: sono varie, talvolta concomitanti, e per lo più riconducibili a tre variabili.
Casualità e tempo
Innanzitutto il caso: ogni cellula (o quasi) replica se stessa di continuo, trascrivendo nella cellula “figlia” il proprio corredo genetico. Se la replicazione non è perfetta, il corredo genetico della nuova cellula può presentare una o più anomalie, cioè alterazioni genetiche potenziali causa di tumore. Si calcola che circa la metà dei tumori si verifichi proprio per questo: per puro caso. Con miliardi di cellule che si replicano di continuo, prima o poi l’errore può capitare. Ne consegue che, per un semplice calcolo delle probabilità, più passa il tempo e maggiore è il rischio; ecco perché i tumori sono più frequenti in persone di una certa età.
Stimoli e insulti esterni
L’altra metà è ascrivibile al cosiddetto “cancro prevenibile”, cioè indotto (o favorito) da stimoli o insulti esterni. Il fumo di sigaretta, l’alcol, l’obesità, l’inattività, l’eccessiva esposizione a radiazioni UV sono tra i fattori associati a un aumentato rischio di cancro. Tutte queste abitudini aumentano infatti la probabilità di accumulare alterazioni genetiche e quindi di portare al cancro. Anche in questa casistica il tempo può recitare un ruolo importante: tanto più a lungo l’organismo è soggetto a questi insulti esterni, quanto maggiore risulterà l’accumulo di effetti nocivi e dunque aumentata la probabilità di insorgenza di cancro.
Alterazioni genetiche ereditarie
Infine, sebbene siano la minoranza, alcune alterazioni genetiche – potenziali cause di tumore – possono anche essere ereditate. Va a questo punto chiarito che non tutte le alterazioni genetiche, pur se predisponenti, danno sempre origine a tumore: a volte sono necessari altri fattori concomitanti. Ciononostante, non c’è dubbio che ereditare già alla nascita una o più alterazioni genetiche predisponenti comporti un rischio decisamente aumentato.
L’importanza della prevenzione
Poiché alla base dell’insorgenza del cancro possono esserci alterazioni genetiche concomitanti ascrivibili anche a fattori diversi (naturali, esterni, ereditari), e poiché non possiamo né fermare il tempo né modificare il corredo genetico ereditato dai genitori, risulta evidente come, a scopo preventivo, sia importante agire in due direzioni: limitare il più possibile gli “insulti esterni” (cioè seguire una condotta di vita sana e misurata) e sottoporsi a controlli – nei termini consigliati e/o prescritti dal medico personale – così da individuare per tempo l’insorgenza della malattia.
Una serie in quattro parti…
Dopo aver visto cosa sia il tumore e quali ne possano essere le cause, nel prossimo articolo scenderemo più nel dettaglio per gettare lo sguardo sui concetti di base della genetica – dal DNA ai geni al genoma, il codice sorgente dell’essere umano – che ci torneranno poi utili sia per inquadrare quelle alterazioni genetiche così importanti nel definire la natura più profonda del tumore, sia per comprendere come il sequenziamento del DNA tumorale sia essenziale al fine di individuare ogni strategia terapeutica potenzialmente efficace.