Il carcinoma colorettale è una neoplasia che insorge nei tessuti del colon o del retto dell’apparato digerente; costituisce uno dei tumori più pervasivi nel mondo occidentale ma la sua mortalità è in costante decremento grazie all’attuazione di misure preventive, programmi di screening e trattamenti sempre più efficaci.
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Tumore al colon: cos’è?
Quasi la totalità dei tumori che interessano l’intestino crasso e il retto, noti come “tumori colorettali”, sono adenocarcinomi, originati dalla mucosa dell’intestino crasso, in particolare dal colon e dal retto.
Il tumore del colon-retto tende a svilupparsi come una formazione con caratteristiche simili a un polipo sulla superficie della mucosa intestinale o rettale. Man mano che questa neoplasia aumenta di dimensioni inizia a infiltrare la parete dell’intestino o del retto, e può coinvolgere i linfonodi circostanti. È rilevante notare che, poiché il sangue proveniente dalle pareti dell’intestino e dalla maggior parte del retto viene drenato direttamente al fegato, il tumore del colon-retto ha il potenziale di diffondersi, o metastatizzare, in quest’organo attraverso i linfonodi limitrofi [1].
In base alle stime GLOBOCAN 2020 fornite dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), il tumore del colon-retto costituisce circa il 10% di tutti i tumori diagnosticati a livello globale, posizionandosi al terzo posto per incidenza presso la popolazione, dopo il cancro al seno femminile (11,7%) e al polmone (11,4%) [2]. La diagnosi precoce può garantire altissime probabilità di successo terapeutico e sopravvivenza.
Va notato che il tumore del colon-retto mostra una leggera prevalenza nei soggetti di sesso maschile rispetto alle donne (oltre 43.700 nuovi casi all’anno: circa 20.282 nelle donne e 23.420 negli uomini) [2]. Inoltre, in circa il 5% dei casi di tumore del colon o del retto si riscontra la presenza di due o più lesioni che non sembrano semplice estensione locale della lesione primaria [1].
Formazione e area di insorgenza
Il cancro del colon-retto è una neoplasia maligna che origina dai tessuti del colon, il tratto più esteso dell’intestino crasso, e del retto, la sezione più prossima all’ano, ed è il risultato della crescita incontrollata delle cellule, in questo caso delle cellule epiteliali che costituiscono la mucosa che riveste internamente la parte interna dell’intestino.
Il colon e il retto sono componenti dell’intestino, ovvero l’organo deputato all’assorbimento delle sostanze nutritive provenienti dall’alimentazione; presenta una conformazione tubulare cava, con una lunghezza variabile da individuo a individuo compresa tra i 4 e i 10 metri, con una media di 7 metri.
L’intestino si suddivide in due parti con funzioni distinte:
- intestino tenue, noto anche come piccolo intestino, si articola ulteriormente in duodeno, digiuno e ileo, e si occupa di completare il processo digestivo iniziato in bocca e proseguito nello stomaco, con il quale è connesso attraverso il duodeno;
- intestino crasso, o grosso intestino, che ha come primaria funzione l’assorbimento dell’acqua per compattare le feci; include il colon, a sua volta suddiviso in colon destro o ascendente (con cieco e appendice), colon trasverso, colon sinistro o discendente e sigma, oltre al retto che termina nel canale anale.
Il retto si suddivide in tre tratti [3]:
- retto inferiore, si estende da 0 a 5 cm dal margine anale esterno;
- retto medio, da 5 a 10 cm;
- retto superiore, da 10 a 15 cm.
I tumori che colpiscono il colon risultano essere quasi tre volte più frequenti rispetto a quelli che interessano il retto, manifestandosi con diverse modalità sia dal punto di vista clinico che molecolare. Questa variazione influisce sul tipo di trattamento applicato, sia a livello locale (attraverso interventi chirurgici e/o radioterapia) che sistemico (utilizzando chemioterapia, terapie biologiche e molecolari e/o immunoterapia), oltre a determinare la sequenza temporale con cui tali differenti tipi di terapie vengono proposti al paziente [2].
Conoscere la propria, unica e personale, predisposizione genetica a determinati tipi di tumore consente di adottare stili di vita atti a ridurre i fattori di rischio, nonché di programmare screening che consentano una diagnosi precoce. Richiedi informazioni, senza impegno, compilando il modulo di contatto.
Tumore al colon: cause e fattori di rischio
Non esiste una causa nota per lo sviluppo del tumore colon-retto [4].
Persone che presentano un’anamnesi familiare di tumore del colon-retto presentano un rischio più elevato di sviluppare la malattia: inoltre, la presenza di polipi adenomatosi intestinali aumenta ulteriormente questo rischio. Patologie quali colite ulcerosa o morbo di Crohn del colon sono correlate a un aumentato rischio di sviluppare il tumore del colon-retto. Tale rischio è influenzato dall’età di insorgenza della malattia, dall’estensione dell’interessamento dell’intestino o del retto e dalla durata dell’affezione [1].
Una revisione a ombrello pubblicata su JAMA Network nel 2020 [4] suggerisce un certo ruolo delle abitudini alimentari del soggetto nell’aumentare i rischi di insorgenza della patologia, in particolare il consumo di alcool e di latticini (latte, formaggio, yogurt), con scarso apporto di fibre ed eccessivo apporto di proteine animali e grassi; lo studio suggerisce, inoltre, che la dieta mediterranea, pescetariana e semivegetariana possono contribuire a ridurre i rischi di sviluppare la neoplasia.
Altri fattori di rischio noti sono l’età, il fumo , l’obesità e una scarsa attività fisica [2].
Tumore al colon: sintomi più comuni
Il carcinoma colorettale presenta un tasso di crescita lento, il che significa che possono passare lunghi periodi prima che i sintomi diventino chiaramente percepibili dal paziente. Inoltre, possono essere intermittenti, con la conseguenza che li si possa confondere con comuni disturbi intestinali.
Tra i sintomi più frequenti si annoverano [4]:
- feci che assumono una forma assottigliata, spesso definite ‘nastriformi’, e una falsa sensazione di necessità urgente di evacuare;
- presenza di sangue nelle feci o sulla loro superficie, con una colorazione rossa o nera;
- presenza di muco nelle feci o sanguinamento rettale;
- dolori addominali persistenti, che potrebbero indicare una possibile occlusione intestinale in fase iniziale;
- meteorismo e gonfiore addominale;
- perdita di appetito;
- affaticamento e debolezza (derivanti da sanguinamento occulto), spesso si configurano come sintomo unico del paziente [1];
- perdita di peso non associabile a dieta o aumentata attività fisica;
- dolore in posizione seduta [1];
- alterazioni nelle abitudini intestinali, come improvvisa diarrea o stitichezza, o un alternarsi tra le due;
- dolore durante l’evacuazione o la sensazione di non completo svuotamento [1].
Il tumore del colon-retto è noto per il suo tasso di crescita lento e per il fatto che spesso non manifesta sintomi per un considerevole periodo di tempo. La sua progressione è graduale e può trascorrere un lungo periodo, talvolta anni, prima che sintomi evidenti emergano. I sintomi che si manifestano dipendono da vari fattori, tra cui il tipo di tumore, la sua localizzazione all’interno del colon o del retto e l’estensione della malattia nella regione colpita.
Tumore al colon: diagnosi
Il percorso diagnostico preliminare coinvolge il medico nel raccogliere informazioni dettagliate sulla storia clinica personale e – in particolar modo- familiare del paziente (anamnesi). Di seguito, con il supporto di diversi specialisti, viene effettuata una visita approfondita, che può includere l’esame fisico, come la palpazione dell’addome per individuare eventuali masse nell’intestino, nel fegato e nei linfonodi.
Nel caso dei tumori che colpiscono il retto, l’esame rettale manuale può rivelarsi fondamentale per confermare la diagnosi, specialmente quando il tumore è già palpabile. Esami del sangue e delle urine (ematochimici) sono disposti anche per cercare la presenza del biomarker CEA.
Inoltre, sono previsti i seguenti esami strumentali [2]:
- colonscopia, tramite la quale è possibile prelevare direttamente un piccolo campione di tessuto (biopsia) dal sito interessato. La biopsia permette un’analisi istologica immediata, che consiste nell’esame diretto del materiale estratto a livello microscopico;
- ecografia;
- tomografia computerizzata (TC);
- risonanza magnetica;
- sigmoidoscopia, ovvero una procedura mininvasiva per osservare l’interno del retto e del colon sigmoideo (parte inferiore) alla ricerca di polipi (piccole aree di tessuto sporgente), altre aree anomale o cancro [6].
Gli esami sopra indicati consentono di valutare la presenza e l’estensione del tumore nel colon e nel retto, nonché la presenza di eventuali metastasi in sedi diverse da quelle in cui è originato il tumore primario.
Un ulteriore esame è il test per la rilevazione di sangue occulto nelle feci (FOBT), ovvero un test per controllare le feci alla ricerca di sangue che può essere individuato solo al microscopio; viene prelevato un piccolo campione di feci e viene posizionato su una scheda speciale o in un contenitore apposito, che viene quindi restituito al medico o al laboratorio per l’analisi. La presenza di sangue nelle feci può essere segno di polipi, cancro o altre condizioni [6].
Un aspetto cruciale nella definizione della prognosi e della scelta terapeutica è l’analisi del profilo molecolare del tumore. Quest’analisi si basa sullo studio dei geni espressi e delle loro eventuali mutazioni genetiche. La biopsia di tessuto prelevata durante la colonscopia fornisce il campione necessario per condurre l’analisi molecolare. Tale analisi può identificare specifiche alterazioni genetiche associate all’andamento della malattia e alla risposta ai vari trattamenti disponibili, inclusi quelli di tipo immunoterapico e/o la terapia a bersaglio molecolare.
Prognosi
La prospettiva di guarigione e le opzioni terapeutiche dipendono da vari elementi [6]:
- Stadio del cancro: cioè se il cancro si è limitato alla parte interna del colon, si è diffuso attraverso la parete del colon, ha raggiunto i linfonodi o altre parti del corpo;
- Presenza di ostruzione o perforazione: se il cancro ha bloccato il passaggio nel colon o ha causato una perforazione;
- Presenza di cellule cancerose residue dopo l’intervento chirurgico: questo influisce sulla prognosi e sulle scelte terapeutiche future;
- Eventuali recidive: se il cancro è ricomparso dopo il trattamento iniziale;
- Condizioni generali del paziente: lo stato generale di salute del paziente è un fattore determinante.
Inoltre, la prognosi è influenzata dai livelli ematici di un antigene chiamato carcinoembrionario (CEA) prima dell’inizio del trattamento. Il CEA è una sostanza che può essere rilevata nel sangue in presenza di cellule cancerose.
Tumore al colon: trattamento e prevenzione
Attualmente, sono riconosciuti i seguenti trattamenti per affrontare il carcinoma colorettale [6].
Chirurgia
Consiste nell’asportazione del tumore mediante un intervento; è il trattamento più comune per tutte le fasi del cancro del colon. L’intervento chirurgico può essere dei seguenti tipi:
- Estrazione (o escissione) locale: se individuato in una fase molto precoce, il tumore può essere rimosso senza tagliare la parete addominale. Se il cancro è individuato in un polipo (una piccola area sporgente di tessuto), l’operazione viene chiamata polipectomia;
- Resezione del colon con anastomosi: se il cancro è più esteso o di grado più avanzato, il medico effettuerà una colectomia parziale (rimuovendo il cancro e una piccola quantità di tessuto sano circostante). Il medico potrebbe, quindi, effettuare un’anastomosi (unione delle parti sane del colon). Solitamente vengono rimossi anche i linfonodi vicino al colon e analizzati al microscopio per verificare la presenza di cellule cancerose;
- Resezione del colon con colostomia: se il medico non può riunire i due estremi del colon, viene creata un’apertura (uno stoma) all’esterno del corpo per consentire il passaggio dei rifiuti. Questa procedura è chiamata colostomia. Viene posizionata una sacca intorno allo stoma per raccogliere i rifiuti. A volte la colostomia è necessaria solo fino a quando il colon inferiore si è rimarginato, dopodiché può essere ripristinato. Tuttavia, se il medico deve rimuovere l’intero colon inferiore, la colostomia potrebbe essere permanente.
Non di rado, dopo l’intervento viene disposta una terapia adiuvante (chemioterapia o radioterapia) per eliminare eventuali cellule cancerose residue.
Ablazione mediante radiofrequenza
Consiste nell’utilizzo di una sonda speciale dotata di minuscoli elettrodi che distruggono le cellule cancerogene. A volte la sonda viene inserita direttamente attraverso la pelle e richiede solo l’anestesia locale. In altri casi, invece, la sonda viene inserita tramite un’incisione nell’addome. Questo intervento avviene in ospedale con anestesia generale.
Chemioterapia
Terapia farmacologica finalizzata all’arrestare la crescita delle cellule tumorali, o uccidendole o impedendo la loro divisione. Quando la chemioterapia viene assunta per via orale o iniettata in una vena o nel muscolo, i farmaci entrano nel flusso sanguigno e possono raggiungere le cellule cancerose in tutto il corpo (chemioterapia sistemica). Quando, invece, la chemioterapia viene inserita direttamente nel liquido cerebrospinale, in un organo o in una cavità del corpo come l’addome, i farmaci influiscono principalmente sulle cellule tumorali in quelle zone (chemioterapia regionale).
Criochirurgia
Anche denominata crioterapia, è una procedura terapeutica che impiega uno strumento per congelare e distruggere tessuti anomali. Questo tipo di trattamento è conosciuto anche come criochirurgia. Durante la crioterapia, vengono utilizzati gas criogenici o sostanze molto fredde per raggiungere temperature estremamente basse, arrivando a congelare il tessuto malato. Una volta congelato, il tessuto subisce danni irreversibili e viene poi naturalmente eliminato dal corpo.
Radioterapia
In oncologia, è un trattamento oncologico che sfrutta raggi X ad alta energia o altri tipi di radiazioni per uccidere le cellule cancerose o impedirne la crescita. Esistono due principali tipologie di radioterapia:
- Radioterapia esterna: questo approccio prevede l’utilizzo di una macchina posta all’esterno del corpo umano, che emette raggi di radiazioni diretti verso la zona del corpo affetta dal tumore. L’energia delle radiazioni mira a distruggere le cellule cancerose e a limitarne la proliferazione.
- Radioterapia interna (o brachiterapia): in questo caso, una sostanza radioattiva viene sigillata in aghi, semi, fili o cateteri, i quali vengono inseriti direttamente nell’area colpita dal tumore o in prossimità di essa. La radiazione viene così rilasciata direttamente all’interno del tessuto interessato, con l’obiettivo di distruggere le cellule tumorali in modo mirato.
La scelta del tipo di radioterapia da utilizzare dipende dal tipo e dallo stadio del cancro in trattamento. La radioterapia esterna può essere impiegata sia come terapia con finalità di cura, con l’intento di distruggere completamente il tumore, sia come terapia palliativa, volta a lenire i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.
Target Therapy (Terapia a bersaglio molecolare)
La terapia mirata è un tipo di trattamento che utilizza farmaci o altre sostanze per individuare ed attaccare specifiche cellule tumorali. Le terapie mirate causano generalmente minor danno alle cellule normali rispetto a quanto possono fare la chemioterapia o la radioterapia:
- Anticorpi monoclonali: proteine del sistema immunitario create in laboratorio per trattare numerose malattie, compreso il cancro. Come trattamento contro il cancro, questi anticorpi possono legarsi a bersagli specifici sulle cellule tumorali o su altre cellule che potrebbero favorire la crescita delle cellule tumorali. Gli anticorpi possono successivamente uccidere le cellule tumorali, bloccarne la crescita o impedire la loro diffusione. Gli anticorpi monoclonali vengono somministrati per infusione. Possono essere utilizzati da soli o per veicolare farmaci, tossine o materiali radioattivi direttamente alle cellule tumorali;
- Inibitori dell’angiogenesi, che bloccano la crescita di nuovi vasi sanguigni di cui i tumori necessitano per crescere;
- Terapia con inibitori della protein-chinasi: questo trattamento blocca una proteina necessaria affinché le cellule cancerose possano dividersi in modo incontrollato.
Immunoterapia
L’immunoterapia è un trattamento che sfrutta il sistema immunitario del paziente per combattere il cancro. Sostanze prodotte dal corpo o realizzate in laboratorio vengono utilizzate per potenziare, indirizzare o ripristinare le difese naturali del corpo contro il cancro. Questo trattamento contro il cancro rientra nella categoria delle terapie biologiche.
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Prevenzione del tumore al colon
Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), oltre a sottolineare l’importanza di sottoporsi a regolari screening dopo i 45 anni [7] indica le seguenti modifiche del proprio stile di vita come efficaci nel ridurre i fattori di rischio che possono portare all’insorgenza del tumore colorettale [7]:
Alimentazione: sebbene la letteratura scientifica non sia ancora arrivata a un’associazione certa, modifiche alla dieta potrebbero ridurre il rischio di cancro del colon-retto. Gli oncologi sovente raccomandano una dieta povera di grassi animali e ricca di frutta, verdura e cereali integrali per ridurre il rischio di altre malattie croniche, come la malattia coronarica e il diabete;
Stile di vita sano: alcuni studi suggeriscono che scelte e abitudini sane possono ridurre il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto, ad esempio praticando regolare attività fisica, mantenendo il proprio peso forma, limitando il consumo di alcol ed evitando il tabacco.
In sintesi
Il tumore al colon-retto, prevalentemente adenocarcinoma originato dalla mucosa intestinale, rappresenta circa il 10% dei tumori diagnosticati globalmente. Ha una maggiore incidenza nei soggetti di sesso maschile e può manifestarsi come un polipo sulla mucosa intestinale o rettale. La crescita tumorale può infiltrare la parete intestinale e coinvolgere i linfonodi circostanti, con il potenziale di metastatizzare in altri organi, come nel fegato.
Le cause esatte dello sviluppo del tumore al colon non sono note (anche se si suppone una certa predisposizione genetica, ad esempio parenti prossimi cui è stato diagnosticato), e i fattori di rischio includono storia familiare (ereditarietà), polipi intestinali adenomatosi, malattie infiammatorie intestinali e dieta poco equilibrata. Per una diagnosi esatta sono di norma prescritti esami clinici quali, colonscopia, biopsie e rilevazione del sangue occulto nelle feci.
Il trattamento prevede chirurgia, ablazione mediante radiofrequenza, chemioterapia, criochirurgia, radioterapia, terapie mirate e immunoterapia. Le prospettive di guarigione dei pazienti dipendono dallo stadio del cancro, dalla presenza di metastasi e/o recidive e dalle condizioni generali del paziente. La prevenzione richiede uno stile di vita sano, dieta equilibrata e un controllo medico regolare dopo i 45 anni – statisticamente più raro nei giovani.
Fonti e bibliografia
- Cancro del colon-retto [MSD Manuals – Versione per pazienti, ITA] URL: https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-digestivi/tumori-dell%E2%80%99apparato-digerente/cancro-del-colon-retto
- Tumore colon-retto [AIRC] URL: https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-colon-retto
- Tumore al retto [SICE ITALIA] URL: https://siceitalia.com/tumore-al-retto/
- Cancro colorettale [Lega Cancro Svizzera] URL: https://www.legacancro.ch/il-cancro/tipi-di-cancro/cancro-colorettale-colon-e-retto
- Role of Diet in Colorectal Cancer Incidence – Umbrella Review of Meta-analyses of Prospective Observational Studies [JAMA Network, 2020] URL: https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2776517
- Colon Cancer Treatment (PDQ) [Cancer.gov] URL: https://www.cancer.gov/types/colorectal/patient/colon-treatment-pdq
- What Can I Do to Reduce My Risk of Colorectal Cancer? [CDC.gov] URL: https://www.cdc.gov/cancer/colorectal/basic_info/prevention.htm